Negli anni ho notato che, assieme alla viewport, anche la navigazione non è immediata.
Non è immediata l’idea che un sito non ha un inizio né una fine e che non ha una sequenza lineare. Per citare Steve Krug, in Don’t make me think (2013), non c’è un senso delle proporzioni, della direzione, della posizione. Non è immediata perché nel mondo fisico non succede. C’è in qualche modo sempre un’entrata, un’uscita, la percezione delle distanze e delle dimensioni.
Capita spesso, soprattuto all’inizio, che chi progetta un sito dia per scontato che l’utente cominci dalla home. Una risposta frequente al mio “ma qui non si capisce” è: “ma c’è scritto nell’altra pagina”. Questo senza considerare che non c’è un solo punto d’ingresso a un sito web e quel punto potrebbe non essere la home e quindi l’utente potrebbe non visualizzare mai “l’altra pagina”.
Nelle prime interfacce dei sistemi operativi, negli anni ’80 e ‘90, si usavano spesso (e in parte si usano ancora) metafore prese dal mondo fisico: finestre, scrivanie, cartelle, stanze. Non perché fossero necessarie a quei sistemi informatici, ma perché ne avevamo bisogno noi, per orientarci e capire meglio.
Ne Il linguaggio dei nuovi media (2001), Lev Manovich descrive i nuovi media (e il web in particolare) come un grande database: un insieme di oggetti, moduli, pezzi indipendenti. Uno dei principi fondamentali di questi nuovi media è la modularità.
Il concetto di modularità è comodo dal punto di vista della progettazione, lo è meno dal punto di vista dell’utente.
Noi non ragioniamo per moduli o database, ma per percorsi. Diventa quindi necessario il paradigma, l’idea, della navigazione.
Il concetto di navigazione emerge negli anni ’90, con il web e l’hyperlink, quando abbiamo avuto la possibilità di muoverci tra un server all’altro (tra un sito all’altro) e poter esplorare un’infinità di dati. I nomi dei primi browser si rifanno proprio a quel nuovo paradigma: Internet Explorer, Netscape Navigator (Manovich, 2001). Anche se, come ricorda Manovich, l’idea di spazio navigabile esisteva già alle origini del computer.
Una singola pagina web può essere strutturata in maniera più definita, con un inizio, uno svolgimento e una fine. Un sito web, nel suo insieme, è un ambiente che richiede una navigazione per non perdersi.
Scrive Manovich, la navigazione attraverso lo spazio è l’essenza stessa dei nuovi media; «in altre parole gli spazi dei nuovi media sono sempre spazi di navigazione».
Micro esercizio
Navigate, con un intento esplorativo, i siti del MoMA, di Zalando, di Nike, di On. Osservate la struttura, come hanno organizzato il loro ambiente online: la struttura, i percorsi, il modo in cui guidano l’utente.