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Tab aperte
Una raccolta di link di tab aperte su vari browser
Sul mio Mac uso diversi browser, soprattutto Firefox e Chrome. Ogni tanto uso Vivaldi, ogni tanto Safari. Ne installo continuamente. Ho installato pure il fu Arc e Opera Air, quest’ultimo senza mai aprirlo. Sul telefono faccio meno diversificazione, uso solo Safari. Su iPad oltre a Safari e Firefox, uso anche DuckDuckGo e Brave, che aiutano tantissimo a bloccare le mille finestre e richieste di ormai quasi tutti i siti web.
La prendo larga. Vi parlo dei browser perché volevo parlarvi delle tab aperte in questo momento. Mi è venuta l’idea leggendo il post di Anhvn e delle sue tab aperte.
Sul mio smartphone sono aperte 37 tab. Su iPad 51. Su Mac solo 5. In questo periodo faccio revisioni online con i miei studenti, quasi sempre condividendo io lo schermo e tendo a fare pulizia spesso. Sotto una selezione delle tab aperte.
Ci sono tante tab su vari font. Ci sono articoli di news. Ci sono varie pagine con immagini di scarpe (volevo comprare delle nuove sneakers, si accettano suggerimenti).
È aperta da giorni una tab sul numero di una newsletter chiamata Mystery AI Hype Theater 3000. Il numero contiene un articolo dal titolo I Hate Wasting Time on Identifying AI Slop. mi sembra interessante, ma non sono ancora riuscito a leggere l’articolo. Gli autori della newsletter hanno scritto un libro che si intitola The AI Con.
Qualche settimana fa ho scaricato il trial di questo font, Bureau Sans. L’ho provato sia per il mio sito che per un altro piccolo progetto.
Mi è arrivata un’e-mail di Future Fonts che mi segnalava un aggiornamento del font Paragaf. Future Fonts è una piattaforma che permette ai type designer di mostrare (e vendere) font ancora in lavorazione. Del Paragraf sono in attesa del corsivo.

A fine Giugno ci sarà il Digital Design Days a Palermo. Sto aiutando gli organizzatori a diffondere l’evento tra gli studenti dell’Accademia di Catania. Sono settimane ormai che sono sulla pagina del programma.
Ai Digital Design Days di Palermo ci sarà anche David Carson. Se vi occupate di design dovrebbe essere un nome familiare. È un di quei designer-star. Molto noto, con opinioni molto forti su cosa sia o non sia il design. Alcune delle sue collaborazioni sono molto celebri. Tra le sue cose più celebri c’è anche un libro, The end of print.
Qualche giorno fa lo cercavo su eBay e ho una tab aperta su alcune offerte. Tutte costosissime. Ogni volta che mi imbatto in questo libro ricordo di quella volta che lo trovai a Libraccio a Vicenza, una decina di anni, a un prezzo stracciato e non lo presi. Stando a quello che vedo su eBay, oggi l’avrei potuto rivenderlo al quadruplo.

In un’altra tab c’è un post del blog di Christopher Butler, e mi sono annotato questo:
In my work, I regularly review design output from teams across the industry. I encounter both good ideas and bad ones, skillful craft and poor execution. Here’s what I’ve learned: it’s better to have a mediocre idea executed with strong craft than a brilliant idea executed poorly. When craft is solid, you know the idea can be refined — the execution capability exists, so iteration is possible. But when a promising idea is rendered poorly, it will miss its mark entirely, not because the thinking was wrong, but because no one possessed the skills to bring it to life effectively.