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Febbre, di Ling Ma
Un romanzo che racconta la storia di un’epidemia dovuta alla febbre di Shen, proveniente dalla Cina
Febbre è un libro del 2018, scritto da Ling Ma (scrittrice americana di origini cinesi), pubblicato in Italia da Codice Edizioni nel 2019. È ambientato ai giorni nostri, poco prima e poco dopo un’epidemia che trasforma tutti in zombie.
Molte cose si erano rivelate diverse dal modo in cui erano state rappresentate al cinema. Eravamo brand strategist, avvocati esperti in diritto immobiliare, specialisti delle risorse umane, consulenti finanziari. Non sapevamo fare niente, quindi cercavamo tutto su Google. Cercammo “Come sopravvivere in luoghi selvaggi e incontaminati” […] Cercammo “Come accendere un fuoco” […]
Contiene gli ingredienti principali di una storia zombie e post-apocalittica, con alcune variazioni. Gli zombie sono innocui. Chi è contagiato continua a ripetere sempre le stesse azioni, in un loop continuo. La protagonista è Candance, figlia unica di immigrati cinesi. I suoi genitori sono morti, lei vive a New York e lavora in un’azienda che stampa libri in Cina.
Il romanzo si muove tra il prima il dopo dell’apocalisse. Nel libro ci sono molti riferimenti al lavoro moderno nella società che conosciamo, dove è richiesto sempre dedizione assoluta al lavoro. Ling Ma è molto brava nel descrivere il lento cambiamento di una città (New York) iperattiva, iperconnessa e iperproduttiva che non riesce a fermarsi.
Il tempo libero: il problema della vita moderna era la carenza di tempo libero. E alla fine ci voleva una causa di forza maggiore per interrompere la nostra routine. Volevamo solo premere il pulsante di reset. Volevamo solo avere il tempo per fare cose prive di un valore quantificabile, le nostre speranzose attività parallele come scrivere o disegnare o simili, qualcosa di diverso da quello che facevamo per lo stipendio. Come imparare a diventare una fotografa più brava. E anche se non ci saremmo riusciti proprio quel giorno, nel nostro giorno libero, forse ci bastava anche solo assaggiare la possibilità che avremmo potuto farlo se avessimo voluto, che è solo un altro modo per dire che volevamo sentirci giovani, per quanto molti di noi lo fossero eccome.