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Il design e le leggi dell’imperfezione

Da un libro di Telmo Pievani

Telmo Pievani è un biologo esperto di teoria dell’evoluzione, docente presso l’Università degli Studi di Padova. In uno dei suoi libri, Imperfezioni1, cerca di smontare l’idea comune che gli organismi viventi siano delle macchine perfette, evolute in milioni di anni. Noi, come tutti gli altri esseri viventi, siamo il risultato di una serie di imperfezioni.

La più geniale di queste imperfezioni è proprio il DNA:

Di duplicazione in duplicazione, il DNA si trasmette fedelmente, ma non senza errori casuali di copiatura. La duplicazione è sempre imperfetta: minime variazioni, deviazioni, ricombinazioni. Il DNA possiede questa ambivalenza cruciale: è stabile, altrimenti non ci sarebbe trasmissione dell’informazione genetica, e al contempo variabile, altrimenti non ci sarebbe evoluzione. L’errore nell’evoluzione è generativo, è la linfa del cambiamento.

Pievani organizza i suoi ragionamenti in sei leggi dell’imperfezione. Più ne leggevo, più pesavo a come queste leggi potessero essere un’ottima metafora della produzione di prodotti digitali. L’associazione mentale, in rifeurimento al mio ambito lavorativo, è stata naturale, ma è sicuramente applicabile ad altri ambiti:

I processi selettivi non partono da zero, ovviamente. Non sarebbe economico. Se si può, si utilizza il materiale già esistente, perché è meglio un piccolo e imperfetto vantaggio immediato di una fumosa imperfezione futura.

Riprendo le sei leggi, condividendo le note che mi sono venute in mente, mentre leggevo:

1. La legge della contingenza

Il caso […] spesso cambia imprevedibilmente le regole del gioco evolutivo.

(Ho pensato a tecnologia, mercato, utenti, obiettivi di business e a tutto quello che definisce in maniera diretta o indiretta quello che si fa).

2. La legge del compromesso:

L’imperfezione spesso in natura nasce dall’esigenza di trovare compromessi tra interessi diversi e spinte selettive antagoniste;

(Il compromesso è sempre necessario tra tutte le persone coinvolte nel progetto, sia in fase di ideazione che di produzione).

3. La legge dei vincoli:

La selezione naturale non è un agente che perfeziona e ottimizza gli organismi in ogni loro parte; non può farlo, perché lavora in contesti cangianti e soprattutto è condizionata dai vincoli storici, fisici, strutturali e di sviluppo;

(Nella produzione dei prodotti digitali ho pensano ai vincoli tecnici, di team, di tempo, di obiettivi).

4. La legge del riuso:

Il riutilizzo di strutture già esistenti rende molto frequente in natura la presenza di strutture subottimali e riciclate, cioè imperfette;

(L’evoluzione è piena di casi in cui elementi connessi a determinate funzioni ora ne svolgono altre: dita, penne, piume. Succede anche nel product design. Che sia un’idea, un progetto grafico, un template, una dipendenza Node o un framework JS o CSS).

5. La legge della cipolla:

L’eccedenza, se tollerabile, è fonte di cambiamento, perché l’evoluzione è la trasformazione del possibile;

(L’eccedenza è forma di cambiamento. Penso alla ricerca, ai side-project, alle cose che si fanno e che non trovano spazio in un progetto, ma che cambiano il modo di vedere o approcciare).

6. La legge della Regina Rossa:

Quando l’ambiente corre più veloce di noi, ci ritroviamo evolutivamente sfasati, e dunque sempre un po’ inadatti, imperfetti.

(Fa riferimento al personaggio di Alice nel Paese delle Meraviglie, che corre all’infinito e sempre più velocemente per restare sempre nello stesso posto. Quello che tocca fare una volta andati online. Non fermarsi, a volte semplicemente per non ritrovarsi indietro).


  1. L’avevo già segnalato nel post sulle letture del 2022