Lettura: 2 min • Web Design
Essere Web Designer senza il Web Design
Cosa faranno i Web Designer quando non faranno più Web Design
Jason Santa Maria è un grafico e web designer americano, abbastanza noto a chi si occupa di web. È uno dei fondatori della casa editrice A Book Apart, specializzata in “brief books for people who make websites”, come scrivono nella tagline del loro sito. Ha fondato Typedia, un'enciclopedia online dedicata ai caratteri. È stato il direttore creativo di A List Apart, un magazine online sempre pensato per chi fa siti web, e di Typekit, il servizio web font di Adobe.
In un post su The Pastry Box Project si chiede cosa farà quando non farà più siti web. Non che voglia smettere nell'immediato, ma vuole fare una riflessione sulla sua professione e sulla sua evoluzione.
Per chi fa questo lavoro la domanda è lecita, per chi ha cominciato dall'inizio, passando per siti in flash, Internet Explorer 6, il tag font e le tabelle, ancora di più.
Solo negli ultimi 5 anni è cambiato tantissimo, responsive, mobile, web font, app. Se eravate web designer professionisti nel 2008 e siete appena tornati da Marte ricominciare non sarà semplice.
Dice Santa Maria:
Penso a queste cose perché la velocità della nostra industria può essere umiliante e terrificante allo stesso tempo. Non si tratta solo di stare al passo con le ultime tecniche o novità, ma anche trovare il tempo per continuare a sviluppare le competenze che si hanno. Non c'è mai un punto finale di apprendimento, solo diversi livelli di comprensione.
In uno scambio di post Jeff Croft e Jeffrey Zeldman discutono del ruolo del web designer e si chiedono se il web design è morto. Il magazine Creative Bloq ha chiesto a un po' di esperti se fosse il caso di smettere di usare la parola web design. Termine diventato oggi troppo vago per definire il proprio lavoro agli addetti ai lavori, usato per una risposta veloce ai non addetti.
Dieci e più anni fa conoscere bene HTML-CSS bastava per definirsi un web designer, oggi è una delle competenze da avere con un grado di approfondimento che cambia a seconda del ruolo che si occupa nel mondo del lavoro digitale.
Santa Maria si chiede se il web designer diventerà come il vecchio tipografo che montava a mano lettera per lettera, consapevole del fatto che i progressi e cambiamenti sono ciclici.
Chiude il post con un pensiero darwiniano, quello che diceva: «Non è la specie più forte a sopravvivere, né la più intelligente, ma quella più predisposta al cambiamento»:
Avere un piede nel passato e uno nel futuro è una buona cosa. Si onora quelli venuti prima e il loro lavoro, ma si comprendono anche i progressi. Forse la chiave non è farsi cogliere alla sprovvista dai cambiamenti del futuro. La flessibilità che abbiamo acquisito nel pensiero e nel nostro modo di lavorare, piuttosto che nei linguaggi e nei programmi, potrebbe essere la nostra capacità più utile.